LUNARIA ANCESTRALE
malvasia orange





MARCHIO
Lunaria Ancestrale

DENOMINAZIONE
MALVASIA ORANGE Terre di Chieti IGP

COLORE Orange

FORMATO 750 ml 

CARATTERISTICHE / CERTIFICAZIONI 
> Vino Biologico e Biodinamico (Demeter)
> Fermentazione spontanea 
> Non Filtrato con FONDO 
> Stabilizzazione tartarica naturale

11,90   IVA inclusa

Descrizione

LUNARIA ANCESTRALE

Malvasia ORANGE Terre di Chieti IGP

con fondo di fermentazione spontanea

La Malvasia è un vitigno dalla storia unica. Il suo nome deriva per contrazione del nome della città greca di “Monemvasia” situata nel Peloponneso e significa “una sola porta”, in quanto il porto di accesso alla rocca aveva una sola entrata. Il nome Monemvasia è stato italianizzato in “Malvasia” dai veneziani che cominciarono ad importarlo tra il 1500 e il 1700. Grazie a loro la Malvasia si è diffusa in tutta l’area del Mediterraneo dove a seguito di incroci con vitigni locali, ha dato vita a diversi vitigni dal nome Malvasia (Istriana del Lazio, di Bosa delle Lipari e altri). In merito l’ampelografo Di Rovasenda (1824-1913), scriveva “[…] dovrebbero dirsi Malvasie solo quelle uve profumate che hanno il sapore di moscato […] Sono però troppe le uve a sapore semplice chiamate Malvasie […] nome che portano indebitamente”.

Forma di allevamento
Tendone o pergola abruzzese (nel dialetto locale “la capanne”). Forma di allevamento espansa tradizionale del territorio caratterizzata da una bassa densità di piante per ettaro (1.100-1.600), che asseconda la naturale armonia dell’espansione e dello sviluppo vegetativo delle radici, dei grappoli e delle foglie. Nella “capanne” la raccolta e la potatura sono esclusivamente manuali e strettamente legate al vignaiolo e alla sua piccola proprietà contadina.

Tipo di terreno

Terreni profondi argillosi con venature calcaree.

Altitudine

Vigneti coltivati a 400-500 m s.l.m.

Tipo di conduzione agricola
Biodinamica con certificazione biologica e DEMETER. La coltivazione biodinamica è importante per la vita microbiologica del vigneto e fondamentale nella fermentazione spontanea di un vino biodinamico. L’uso di fungicidi convenzionali indeboliscono le popolazioni di lieviti e rendono molto difficile la fermentazione spontanea. L’originalità e la singolarità del vino biodinamico è il suo legame al luogo e alle condizioni climatiche dell’anno. La biodinamica restituisce al vino il luogo di origine, definito dai francesi come “Terroir” (territorialità).

– IL VINO ORANGE
Deriva dalla tecnica ancestrale di vinificazione tipica delle nostre campagne caratterizzata dal prolungato contatto delle bucce con il mosto che donava al vino sapori e colori inusuali. Tecnica sparita con l’avvento dei nuovi macchinari di cantina che eliminano le bucce prima della fermentazione. Nella Malvasia Orange Lunaria Ancestrale le bucce vengono lasciate a macerare da due a tre giorni con il mosto senza controllo termico, senza aggiunta di solfiti e fermentati con lieviti naturali dell’uva. Durante la macerazione i tannini vengono estratti e questi conferiscono al vino la struttura di un rosso.
I vini “Orange” che non sono né bianchi, né rosati e né rossi (quarto colore del vino) meritano una categoria a parte. Il vino “Orange”, come il vino rosso, contiene molto più sostanze antiossidanti del vino bianco. Questo perché fermentando il mosto dell’uva bianca a contatto con la buccia e i semi si ottiene l’estrazione dei polifenoli (resveratrolo) che funzionano come anti ossidanti nel corpo umano. Uno studio ha rilevato che il vino bianco prodotto tramite questo processo di macerazione ha un’attività antiossidante sei volte maggiore rispetto al vino bianco standard. La sua attività antiossidante è simile a quella del vino rosso.

VINO FERMO caratterizzato da:

– FERMENTAZIONE SPONTANEA
Il produttore biodinamico in cantina non usa biotecnologie e correzioni chimico-fisiche e lascia alla natura la responsabilità di generare il vino.
Le fermentazioni spontanee lavorano proprio con quanto la natura offre ogni anno e si affidano alla forza e alla salute del vigneto per ottenere grandi uve coperte della microflora indispensabile per la fermentazione.

– SENZA SOLFITI AGGIUNTI (inferiore a 10 Mg-lt)
Il vino biodinamico ha poco bisogno di conservanti, le sue uve possiedono già tutti gli elementi necessari per stabilizzarsi e conservarsi naturalmente nel tempo. La fermentazione spontanea non può essere condotta in presenza dei solfiti; aggiungerla sulle uve o nei mosti in cantina significa eliminare le tante famiglie di lieviti indigeni presenti sulla buccia che sono la base fondamentale di ogni vino biodinamico.
Un vino di grande complessità ha bisogno di quanti più lieviti possibile.

– NON FILTRATO CON FONDO
Gran parte degli assaggiatori considerano la limpidezza come una garanzia di qualità o eccellenza e hanno creato un falso stereotipo del “vino perfetto” che però è legato all’imperfetto. La filtrazione estrema impatta sulla microflora (lieviti e batteri) crea un vino sterile, chimico e senza vita. Il vino non filtrato e senza solfiti aggiunti è un caleidoscopio del gusto in continua evoluzione con uno spettro ampio di sapori partendo da una mineralità bella e slanciata e una profondità di sapore. La produzione di vini non filtrati con fondo è la genuina trasparenza di proporre un vino che non ha avuto aggiunte: “solo un vino biodinamico, che per disciplinare non prevede aggiunte, può essere bevuto non filtrato”.

Sulla testa della bottiglia troverete la frase:

Niente viene aggiunto,
niente viene tolto,
VINO NON FILTRATO CON FONDO.

– STABILIZZAZIONE TARTARICA NATURALE
Trovare sul fondo di una bottiglia dei piccoli cristalli? Sono innocue precipitazioni di tartrati e significano che il vino “ha sentito il freddo”.
In biodinamica non sono ammessi trattamenti fisici (refrigerazione) e chimici. Il freddo invernale e il tempo stabilizzano naturalmente il vino.
La tecnica di stabilizzazione tartarica convenzionale, che prevede la refrigerazione del vino a -5/-6°C per 6/7gg, porta a un notevole consumo energetico al solo scopo di evitare la presenza di qualche milligrammo di innocui cristalli di tartrato nel vino.

In degustazione
Colore: aranciato (non rosato) con presenza di sfumature ambrate di maggiore o minore intensità a seconda della maturazione delle uve e del tempo di macerazione con le bucce.
Profumo: primattori sono certo i terpeni che danno aromi quali agrumi e fiori come la rosa selvatica, poi giungono anche le note erbacee che scivolano sull’erba medica.
Sapori: in bocca un bilanciamento tra le dolcezze campestri e presenze amaricanti; abboccata e amarotica.

Abbinamenti
La sua nota abboccata e amarotica la fa abbinare felicemente al cibo: dal foie gras ai crostacei, ma il suo abbinamento migliore è anche quello con i formaggi di media stagionatura.

Temperatura consigliata
10-12°C

INFORMAZIONI IN ETICHETTA
TERRE DI CHIETI – Indicazione Geografica Protetta – MALVASIA ORANGE
Vino biologico e biodinamico – prodotto in Italia
Imbottigliato all’origine da Società Olearia Vinicola Orsogna via Ortonese 29 – 66034 Orsogna (Ch) Italia
IT-BIO-009
Agricoltura Italia
Vendemmia 2021
senza solfiti aggiunti
13,5% vol

*L’immagine è puramente indicativa e potrebbe non rispecchiare appieno le caratteristiche del prodotto.